La dicotomia del controllo

DICOTOMIA DEL CONTROLLO, PER VIVERE MEGLIO E SERENAMENTE

LA DICOTOMIA DEL CONTROLLO, UNA GUIDA STOICA

Molti manuali e libri sull’ auto-aiuto, su come ottenere una vita serena o diventare resiliente, che occupano gli scaffali dei negozi di libri, si rifanno ad un principio Stoico che si chiama: La dicotomia del controllo. In altre parole, è il punto di partenza da cui il Counseling Stoico ci offre una guida pratica che può aiutarci nei momenti difficili.

Questa guida ci viene offerta nell’ Enchiridion (Il manuale di Epitteto), appunto, scritto dall’ex schiavo divenuto filosofo stoico Epittetto. Il manuale ci offre 53 potenti insegnamenti stoici, ma per questo articolo ci concentriamo solo sulla parte iniziale per imparare a differenziare le cose su cui abbiamo il controllo e quelle su cui non abbiamo il controllo. Questa distinzione è la chiave per sbloccare la saggezza stoica e possibilmente vivere meglio o se non altro con più serenità.

Il desiderio e l’avversione

I nostri problemi spesso derivano dal fatto che desideriamo ciò che non abbiamo o dal fatto che non siamo molto d’accordo con quello che ci accade di solito, per questo motivo, dobbiamo imparare a riconoscere la centralità emotiva e psicologica della nostra capacità di affrontare razionalmente il desiderio e l’avversione.Il fallimento in questa vita è una fonte comune di caosche crea angoscia e insoddisfazione.

Se rincorriamo le cose che non dipendono da noi, alcune volte non riusciremo ad ottenerle e quando accadrà ci dice Epitteto:

“Rammenta: lo scopo del desiderio è di farti ottenere ciò che desideri, mentre quello dell’avversione è di farti evitare ciò che ti dispiace. Chi non riesce a conseguire l’oggetto del proprio desiderio, non è soddisfatto, – diciamo – non ha fortuna; e, d’altro canto, chi incappa in ciò che avversa, malauguratamente, ha la sorte contro. Ebbene, se cercherai di evitare, tra le cose che dipendono da te, solamente quelle che sono effettivamente contrarie al naturale corso degli eventi, non ti imbatterai in nulla di ciò che avversi. Invece, se dai credito alla tua avversione per cose come la malattia, la morte, l’indigenza, puntualmenteincapperai in ciò che ti sforzi, vanamente, di evitare.” (Manuale, 2)

e ancora ci ricorda che:

“Desiderare che i tuoi figli, tua moglie, i tuoi amici restino in vita a tempo indeterminato e a ogni costo, è stoltamente contraddittorio: equivale a volere che dipenda da te ciò che non è affatto in tuo potere e che quanto non ti appartiene, né ora, né mai, sia tuo.” (Manuale, 14)

Epitteto la dicotomia del controllo

Per poter vivere bene, bisogna imparare a distinguere tra cose di cui vale la pena preoccuparsi e cose di cui non vale la pena preoccuparsi. Ci sono delle cose nelle vita di cui non sei responsabile e alcune decisioni che non dipendono da te. Allo stesso modo, ci sono alcune cose di cui sei responsabile e alcune decisioni che spettano a te. In breve:

ci sono alcune cose che sono sotto il tuo controllo, che dipendono da te, di cui sei responsabile, ed è saggio spendere le tue energie cercando di cambiare queste cose;

ci sono alcune cose che non sono sotto il tuo controllo, che non dipendono da te, di cui non sei responsabile, ed è sciocco spendere energie cercando di cambiare queste cose. (Brooks, 2022)

Cosa puoi controllare e cosa non puoi

Il tema principale di Epitteto è quello di ciò che è in nostro potere:

“La realtà umana è costituita da cose che dipendono da ciascuno di noi e da cose che non dipendono da noi. In nostro potere sono: giudizio di valore, impulso ad agire, desiderio, avversione, e, in una parola, tutto quello che facciamo in prima persona. Al di là del nostro diretto controllo si situano la corporeità con i suoi accidenti, i beni che possediamo, le opinioni che gli altri hanno su di noi, la nostra posizione sociale e politica, e, in breve, tutto quanto non rientra a pieno titolo nella nostra sfera d’azione.” (Manuale, 1)

Il prossimo passaggio di Epitteto ci dice quali sono le cose che non sono in nostro controllo quando dice:

“Cosa intendi? Quando avrai il tuo corpo perfetto, è in tuo potere o non lo è? Non lo è. Quando sei sano? Non lo è. Se sei bello? Non lo è. Quando vivrai o morirai? Non lo è. Il corpo quindi non è nostro ma è soggetto a tutto ciò che si rivela più forte di se stessa…”

“…disprezzare la morte, quindi è un azione in nostro potere o no? lo è. E’ dunque in nostro potere anche per esercitare i tuoi obbiettivi verso qualunque cosa o non lo è? D’accordo che è. Ma a chi appartiene il potere di evitare tutto ciò? Anche questo è in te. E se poi, quando mi esercito a camminare, qualcuno dovrebbe trattenermi? Quale parte di te egli può trattenere? Può trattenere il vostro assenso? No, ma solo il mio corpo.” (Epitteto, Diatribe 4:1)

Epitteto ci offre una serie di cose che non sono in nostro potere. I nostri corpi egli dice, ad esempio l’avere corpi perfetti, in salute o belli. I corpi quindi non ci appartengono. Prosegue poi con i beni esterni non in nostro potere, avere una tenuta, dei vestiti, una casa, dei cavalli, e poi i corpi delle altre persone, per quanto lo desideriamo non è in nostro potere se i nostri figli vivano, o la nostra sposa, fratelli e sorelle, o i nostri amici.

Il controllo che abbiamo nel tenere a cura i nostri corpi è parzialmente limitato, non importa quanta cura c’è ne prendiamo. E’ certamente non è in nostro potere se nasciamo belli, o disabili, che ci piaccia o no.

DICOTOMIA DEL CONTROLLO, PER VIVERE MEGLIO E SERENAMENTE

Agiamo su ciò che è in nostro controllo

Se investiamo tutte le nostre speranze nell’ottenere ciò che desideriamo, rischiamo di rimanere molto delusi,ma se investiamo le nostre speranze nel dare il meglio di noi – finché alleniamo noi stessi ad essere esperti in questa abilità – non saremo delusi.

Ci sono due tipi di elementi qui: uno è il nostro assenso verso le cose, questa è la nostra capacità di sostenere che qualcosa è vero o falso,l’altro elemento identificato da Epitteto in nostro potere è la nostra capacità di ‘esercitare i nostri obiettivi’ verso qualcosa. La capacità di intendere di agire in qualche modo particolare.

Ad esempio, anche se viene imposto una restrizione alla mia facoltà di camminare, la mia intenzione di camminare, concepita come la mia capacità di desiderare di camminare e il mio voler provare a camminare, sono interamente in mio potere. Come dice Epitteto, la mia volontà esercitata su me stesso verso il camminare non può essere contenuta.

Le cose che sono interne, i nostri pensieri, i nostri giudizi e intenzioni su come vorremmo agire, e ciò che vorremmo tentare, sono pienamente in nostro potere.

Alla fine, tutte le scelte che facciamo durante la nostra vita, per Epitteto, dipendono dalle cose interne a noi o dalle cose esterne dunque:

“Prima di intraprendere un’azione valutane con attenzione premesse e conseguenze. Altrimenti, sul principio ti lascerai guidare dall’entusiasmo, senza ponderare quel che seguirà, ma poi, alle prime difficoltà, finirai col tirarti indietro. E ti pentirai d’averla intrapresa con tanta leggerezza. “ (Manuale, 29)

Mentre la maggior parte della gente trova soddisfazione nel cercare di cambiare il mondo che li circonda, Epittero, ci insegna a cercare la soddisfazione nel cambiare noi stessi.- più precisamente  a cambiare i nostri desideri.

“Una vita libera richiede un’attenta disciplina dei desideri e delle avversioni, basata sul criterio della distinzione fondamentale tra ciò che dipende e ciò che non dipende da noi “(Manuale, 14)

Il Tuo primo desiderio dovrebbe essere il desiderio di non essere frustrato dall’avere desideri che non sarai in grado di soddisfare. Se avrai successo nel fare questo non soffrirai più d’ansia se ottieni o non ottieni quel che vuoi,né sarai deluso nel non ottenere quel che vuoi.  Infatti, dice Epitteto:

“L’unica gara che ha senso affrontare è quella con noi stessi, l’unica meta da raggiungere la libertà interiore. Vuoi essere invincibile? Non impegnarti in quelle competizioni il cui esito vittorioso non dipende da te. “(Manuale, 19)

L’esempio dell’arciere

Gli Stoici ci dicono che dovremo canalizzare le nostre energie su ciò che è in nostro controllo o perlomeno dove abbiamo una possibilità maggiore di controllo, tenendo a mente che la natura seguirà sempre il suo corso indipendentemente da noi. Quando impariamo a seguire questi consigli risparmiamo inutili ansie e stress e soprattutto un inutile spreco di energie.

Cicerone nel De Finibus usa l’analogia dell’arciere tramite Catone di Utica, eroe repubblicano stoico per spiegare questo concetto:

Catone immagina l’arciere che si è preparato a colpire un bersaglio. L’obbiettivo dell’arciere e quello di fare tutto ciò che è in suo potere per scoccare il dardo bene.

All’interno di quello che può controllare, ci sarà il tempo a cui dedica all’allenamento per migliorare il suo tiro sempre di più, prender la mira con tutti i calcoli dovuti, ad esempio la distanza dal tirassegno, quando scoccare il dardo e così via,ma nonostante la sua bravura, preparazione e calcoli meticolosi, una volta che la freccia è lanciata, questa è fuori dal suo controllo. Quindi, una persona virtuosa può fallire nonostante faccia del suo meglio, perché intervengono forze esterne (come una folata di vento o qualcuno che sposta il bersaglio) che non sono in suo potere

la metafora dell'arciere stoico

A questo punto il concetto è chiaro, se ci domandiamo se la freccia colpirà il bersaglio, l’arciere non può darci una risposta affermativa, perché alla fine non dipende interamente da lui.  Cicerone conclude dicendo che «il fatto di colpire il bersaglio sarebbe per così dire cosa da prescegliere, ma non da desiderare» un’asserzione che può sembrare un po’ enigmatica a prima vista, ma compresa l’analogia il concetto è chiaro, l’arciere stoico ha intenzionalmente tentato di raggiungere un obbiettivo utilizzando tutto ciò che è all’interno delle sue facoltà, in altre parole l’obbiettivo è dove l’arciere ha deciso di dirigere il suo comportamento.

Lo stesso vale per le virtù, tutto ciò che possiamo davvero fare è agire virtuosamente e con saggezza, ma per dare un senso a quello che facciamo, abbiamo sempre bisogno di indirizzare il nostro comportamento verso degli obiettivi esterni. Tuttavia, il raggiungere o no i nostri obbiettivi alla fine rimane sempre nelle mani del destino, in ultima analisi, dovrebbe essere al di fuori delle nostre preoccupazioni e responsabilità morale. Tutto ciò che conta è che facciamo del nostro meglio per muoverci nella giusta direzione, non se riusciamo a centrare l’obiettivo o meno.

(CICERONE, I termini estremi del bene e del male III, VI, 22)

Esaminate le vostre impressioni e poi agite.

Qui Epitteto ci esorta a praticare quello che è probabilmente il più fondamentale delle sue dottrine: esaminare costantemente le nostre “impressioni”, cioè le nostre prime reazioni agli eventi, le persone, e ciò che ci viene detto, fate un passo indietro per far spazio a considerazioni razionali, evitare avventate reazioni emotive quindi:

I    PRENDETE DISTANZA DALLE EMOZIONI

“Quindi esercitati fin d’ora a dire a ogni rappresentazione che ti colpisca per la sua asprezza: «sei soltanto una rappresentazione, non sei affatto ciò che sembri in apparenza”.Sei la tua impressione e non la fonte della tua impressione.

II    ESAMINA L’IMPRESSIONE

“Poi analizzala e sottoponila alla valutazione degli strumenti in tuo possesso, accertando – il primo e il più importante esame – se essa sia relativa a cose che ricadono in nostro potere ovvero a quelle che non vi rientrano; e in questo secondo caso abbi già pronta la conclusione: «per me non è nulla” (Manuale I.5)

III   QUINDI:

  • se in nostro controllo, dovremmo agire su di esso
  • se non è in nostro controllo, allora dovremmo considerarlo come una cosa per cui non dovremmo preoccuparci

IV   IN OGNI CASO AGITE SAGGIAMENTE.

Conclusione

Per questo motivo molti libri di auto aiuto, su vincere ansie, lavorare sulle emozioni, il come sentirsi liberi ecosì via, si rifanno alle tecniche Stoiche di filosofi come Seneca, Epitteto e l’imperatore Marco Aurelio, perché se riusciamo a seguire questi consigli e li seguiamo come guida pratica comprendendo cosa ti appartiene ed è in tuo controllo puoi aspettarti i seguenti benefici: un senso di libertà e liberazione; rabbia, odio o risentimento saranno piu facile da evitare; ogni singola cosa che fai sarà scelta da te; nessuno avrà il potere di farti del male.

Puoi anche leggere i miei articoli su tecniche Stoiche per la serenità di tutti i giorni:

La Pratica Dell’indifferenza Per Vivere Più Serenamente (link)

Lo Sguardo Dall’alto Una Prospettiva Cosmica Della Nostra Vita (link)

La Visualizzazione Negativa Esercizi Filosofici (link)

La Meditazione Stoica Per Affrontare La Giornata E Mantenere La Serenità (link)

 

Referenze

Ferraiolo, W. (2020). A life worth living: Meditations on god, death and stoicism. Natl Book Network. (suAmazon.it)

Brooks, J. (2022, September 6). The dichotomy of Control. The Stoic Handbook by Jon Brooks. (Link)

Seddon, K. (2008). Stoic serenity: A practical course on finding Inner Peace. Lulu. (suIBS.it)

Irvine, W. B. (2009). A guide to the good life the ancient art of stoic joy. Oxford University Press. (in It. L’antica arte di saper vivere, una guida alla gioia Stoica – su amazon.it)

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